Sintesi di LINEE GUIDA [LINEE GUIDA] Linee guida sulla gestione della dislipidemia in medicina generale | ![]() |
SIMG - Comitato Nazionale Clinical Governance
La gestione della dislipidemia è un aspetto rilevante dell’attività del MMG nell’ambito più vasto della prevenzione cardiovascolare. Esistono numerose e autorevoli linee guida su questo argomento, ma è impossibile per il singolo medico leggerle e confrontarle tutte. Per questo motivo si è realizzata una valutazione critica delle principali linee guida, identificando quella che presenta le migliori caratteristiche metodologiche. Per questo documento si è realizzata una sintesi in italiano, mirata alla realtà del medico di famiglia che opera nel nostro paese.
Raccomandazioni per la gestione dell’ipercolesterolemia. Sintesi per i medici di medicina generale italiani
(Breve sintesi da “Scottish Intercollegiate Guidelines Network - Risk estimation and the prevention of cardiovascular disease Sintesi per i medici di medicina generale italiani In recenti trials controllati e randomizzati di terapia ipolipemizzante, il colesterolo LDL è stato identificato come obiettivo della terapia. Grandi trials hanno valutato la terapia con statine in pazienti con e senza malattia cardiovascolare ed hanno indicato il grado di riduzione del rischio relativo di eventi coronarici maggiori che può essere raggiunto da una data riduzione del colesterolo LDL. Essi indicano che, per ogni 1% di riduzione dei livelli di colesterolo LDL, il rischio relativo per eventi cardiovascolari maggiori viene ridotto di circa l’1% (1-4). Nota dei traduttori
In una recente revisione SIMG della letteratura sulla terapia farmacologica con statine è stato però rilevato che non tutti gli studi sperimentali hanno confermano l’ esistenza di una relazione lineare tra variazioni della colesterolemia e incidenza di eventi cardiovascolari, mentre esiste ampio accordo sulla necessità di instaurare interventi aggressivi nei confronti dei pazienti caratterizzati dai maggiori profili di rischio (A.Battaggia e S.E.Giustini, www.progettoasco.it) Statine e riduzione del colesterolo LDL Diabete Statine e riduzione del colesterolo LDL
Una vasta revisione sistematica e meta-analisi che quantifica l’effetto della riduzione del colesterolo sul rischio di eventi vascolari nei pazienti con e senza malattia cardiovascolare ha sottolineato l’importanza della riduzione del colesterolo di per sé piuttosto che della modalità di trattamento (5). L’azione principale delle statine è quella di abbassare il colesterolo LDL, con solo piccoli effetti sull’HDL colesterolo o sui trigliceridi. Una meta-analisi di 164 trials controllati e randomizzati a breve termine con diverse statine ha dimostrato la riduzione del colesterolo LDL associata con diversi dosaggi di diverse statine (cfr. tabella 1) (5). Le riduzioni di LDL colesterolo sono dose-dipendenti e tali che con ogni raddoppio della dose di statina, i livelli di LDL calano di circa il 6%. Tabella 1: Riduzioni di colesterolo LDL stimato da curve dose risposta con dose quotidiana di statina. Le percentuali di riduzione sono indipendenti dalla concentrazione pretrattamento del colesterolo LDL e sono basate su un livello medio di LDL di base di 185,33 mg%.
Soggetti ad alto rischio senza malattia cardiovascolare Tabella 2: Esempio di riduzione del rischio assoluto e relativo. Una metanalisi che includeva 27548 pazienti con malattia cardiovascolare ha confrontato la terapia a dosi standard di statine con una terapia più aggressiva. I livelli di LDL sono stati ridotti da 128,6 mg% a 100 mg% (riduzione del 22%) con le dosi standard e a 74 mg% (riduzione del 42%) con i dosaggi più aggressivi. In quest’ultimo gruppo di pazienti si verificava un 16% di riduzione del rischio relativo dell’end point (morte coronarica ed altri eventi cardiovascolari) rispetto al primo (p minore di 0,0000001) (23).
Nota dei traduttori
Considerazioni speciali Diabete
Ipercolesterolemia familiare Nota dei traduttori Ipertrigliceridemia Dislipidemia combinata Nota dei traduttori Gravidanza Anziani Altri agenti ipolipemizzanti Resine a scambio ionico Ezetimibe
Fibrati Acido nicotinico
Il coinvolgimento del paziente Bibliografia |
Quale management del paziente affetto da ipercolesterolemia? Linee guida sul management dell’ipercolesterolemia e del rischio cardiovascolare
SIMG - Comitato Nazionale Clinical Governance – Area Farmaco
Riassunto del documento
Abbiamo cercato tutte le linee guida sul management del rischio cardiovascolare pubblicate dal 2002 al 2007 e abbiamo valutato la loro qualità metodologica attraverso due filtri di qualità. La scelta è caduta sulla linea guida SIGN 2007. Il documento descrive sinteticamente la valutazione critica di questo documento e i suoi contenuti.
Abbiamo selezionato i documenti reperibili in letteratura sui principali database di linee guida. Sono stati consultati 6 database bibliografici specifici per Linee Guida (uno di essi, il NCG mette a disposizione link per moltissimi altri siti) sfruttando una strategia di ricerca improntata verso la sensibilità (free text: cholesterol). La selezione dei migliori documenti è stata eseguita utilizzando un filtro di qualità metodologica di rapido impiego [1,2] e, in caso di sostanziale parità nei punteggi raggiunti da due o più documenti, utilizzando anche un filtro più complesso (la check list Agree [3]). In breve, obbedivano ai criteri di inclusione documenti pubblicati tra il 2002 e il 2007, reperibili on line in full text e free (Tabelle 1 e 2). Tra gli 11 documenti reperiti sono state selezionate tre linee guida di ottima qualità:
- SIGN: Risk estimation and the prevention of cardiovascular diseases -2007 update [4].
- NZGG: The assessment and management of cardiovascular risk -2003 [5].
- VA/DOD: clinical practice guideline for the management of dyslipidemia -2006 [6]. Queste tre linee guida sono state sottoposte a seconda valutazione qualitativa attraverso la check-list Agree (tabelle 2,3,4).
La ricerca ha prodotto due ulteriori documenti che in realtà non sono linee guida ma Revisioni Sistematiche della letteratura:
- NHS R&D HTA: A systematic review and economic evaluation of statins for the prevention of coronary events – 2007.
- NHS R&D HTA: Technology assessment report commissioned by the HTA Programme on behalf of The National Institute for Clinical Excellence - Statins for the Prevention of Coronary Events -2006. Sono in realtà documenti coincidenti (la versione del 2007 rappresenta la forma definitiva della versione 2006); tale fonte di evidenza è stata considerata nel Documento “Dossier statine”.
La nostra scelta è caduta sulla linea guida SIGN 2007, che rappresenta il documento con maggior validità interna (tabelle 2,3,4) e tra l’altro è anche più aggiornato. In Appendice I il nostro critical appraisal è stato esplicitato nei dettagli. In Appendice II è riportata l’ANNEX 1 della Linea Guida, che descrive i principi generali di gestione del rischio cardiovascolare. Infatti, questo documento, i cui contenuti sono estesi alla gestione di tutti i principali fattori di rischio, verrà da noi utilizzato per la parte generale di management del rischio e per la gestione dell’ipercolesterolemia. Per la gestione del diabete, dell’ipertensione, del fumo di sigaretta e della sedentarietà abbiamo adottato Linee Guida o documenti orientativi specificamente rivolti a questi argomenti.
Tabella 1
(*) Precisione della ricerca = 11/42 = 26%
Tabella 2
- il documento è ancora in draft
- non è una linea guida ma una revisione sistematica (vedi score di Oxman)
- non è una linea guida ma una revisione sistematica (vedi score di Oxman)
- non è una linea guida ma una revisione sistematica (vedi score di Oxman)
Tabella 3
Tabella 4
Tabella 5
1 Le LINEE GUIDA SIGN [29] consigliano da due a quattro controlli all’anno per pazienti ad alto rischio in prevenzione secondaria; da una a due volte all’anno per pazienti ad alto rischio CVD (>20% in dieci anni) in prevenzione primaria; da un controllo all’anno a un controllo ogni cinque anni per pazienti a medio rischio (10-20%); un controllo ogni cinque anni in pazienti a basso rischio (<10%). Per pazienti in compenso clinico abbiamo utilizzato i limiti inferiori di questi range; per i pazienti in scompenso clinico i limiti superiori.
2 L’intervento di personale paramedico (infermiere o dietiste) si è dimostrato più efficace dell’intervento del medico nell’implementare abitudini di vita corrette [4].
Appendice I
SIGN - Scottish Intercollegiate Guidelines Network – Scotland Risk estimation and the prevention of cardiovascular diseases -2007 update - CRITICAL APPRAISAL
La linea guida è stata allestita allo scopo di fornire precise indicazioni per il calcolo del Rischio Cardiovascolare e per la prevenzione di eventi CVD e propone strategie di gestione del rischio tarate sia su un approccio “High Baseline Risk Based” che su un approccio “Population based”. I vantaggi correlati alla prevenzione degli eventi CVD in un Paese come la Scozia sono commentati in modo esauriente e dettagliato nella parte iniziale. I problemi clinici affrontati sono descritti nei dettagli e sono fornite indicazioni precise per ogni argomento svolto. Gli autori rilevano che il concetto di “prevenzione primaria” o “secondaria” deve essere superato perchè esiste un continuum tra la fase preclinica e la fase clinica della malattia CVD che rende più ragionevole classificare i pazienti “ad alto” o “ a basso rischio” indipendentemente dalla presenza o meno di danno CVD. Il documento è stato elaborato da un “Guideline development Group” rappresentato da varie professionalità che sono specificate in modo chiaro (medici di medicina generale, medici specialisti, amministratori, economisti, psicologi, biochimici, fisioterapisti, esperti in questioni legali). Un gruppo di lavoro a parte è stato costituito con il compito di individuare metodi atti a valutare il profilo di rischio cardiovascolare (i membri erano medici di medicina generale, specialisti, ricercatori, economisti, statistici, epidemiologi, laureati con compiti di coordinazione, rappresentanti dei pazienti). Uno Steering Group formato da esperti con varie competenze aveva inoltre il compito di vigilare su tutto il processo di elaborazione della linea guida. Sono stati coinvolti nella produzione del documento anche rappresentanti dei pazienti (in particolare, nel gruppo di lavoro destinato ad individuare i metodi atti a valutare il profilo di rischio). La linea guida è disponibile on line anche in una versione destinata in modo specifico ai pazienti. Il documento è indirizzato in modo generale a tutti i “professionisti della salute”. Non risulta che la linea guida sia stata sperimentata in un progetto pilota. I data base esplorati per la ricerca di evidenze scientifiche erano Medline, Embase, Cochrane Library, Cinhal, PsychINFO. La ricerca è stata estesa anche a sette siti web appartenenti a organizzazioni sanitarie statali e a organizzazioni addette alla produzione di linee guida; le evidenze sono state inoltre recuperate anche attraverso materiale fornito personalmente dai singoli autori. La linea guida rimanda per i dettagli della query di ricerca al sito SIGN. La valutazione critica delle evidenze recuperate è stata eseguita in doppio attraverso check-list. Non è chiaro se anche l’inclusione degli articoli nella revisione sia stata eseguita in doppio a garanzia di evitare bias di selezione. Gli autori non riportano tecniche rivolte ad indagare la presenza di publication bias. Non risulta che gli autori abbiano adottato restrizioni di linguaggio. Gli articoli recuperati erano: altre Linee guida, Revisioni sistematiche, RCT e, quando appropriato, anche studi osservazionali e/o diagnostici. L’arco temporale considerato per la pubblicazione di questi documenti andava dal 1999 al 2005. Non sono forniti altri dettagli sui criteri di inclusione e di esclusione utilizzati per la revisione sistematica della letteratura. La linea guida non descrive in dettaglio i metodi formali utilizzati per la ricerca del consenso all’interno del pool e/o per consultare esperti estranei al pool. Tuttavia gli autori specificano che per un certo periodo il documento in draft è rimasto a disposizione sul sito SIGN per chiunque desiderasse formulare osservazioni. In data 16 settembre 2005 il contenuto della linea guida è stato inoltre presentato in forma assembleare per eventuali emendamenti in un National Open Meeting a cui hanno partecipato 600 esperti. La linea guida dedica quattro capitoli (annex 3,4,5,6) alla discussione della safety della terapia a base di statine in diverse circostanze cliniche. Ciascuna raccomandazione è chiaramente associata alle evidenze utilizzate per assemblarla. Ogni argomento clinico è stato affrontato per paragrafi e il titolo di questi paragrafi consente con chiarezza la sua identificazione. Più in dettaglio, ogni paragrafo si apre con una descrizione dettagliata delle evidenze e si conclude con raccomandazioni la cui forza è espressa da un preciso metodo di grading. Il metodo, basato sulla determinazione di un livello qualitativo di evidenza e su un livello di forza tarato su questo livello, è descritto nei dettagli all’inizio del documento. La linea guida è stata revisionata da un gruppo di esperti estranei al gruppo di progetto (specialist review) costituito da ricercatori, biochimici, medici specialisti, infermieri, fisioterapisti, dentisti, psicologi, metodologi, amministratori, legali e da un “SIGN editorial group” che aveva il compito di assicurare un controllo finale di qualità. Il documento, elaborato nel 2007, sarà aggiornato ogni tre anni salvo eventuali novità. Le raccomandazioni forniscono indicazioni precise e inequivocabili in ogni circostanza. Vengono identificate con chiarezza tutte le opzioni decisionali pertinenti i diversi argomenti clinici e le raccomandazioni più importanti sono descritte in un capitolo a parte (appendix 1). Il documento dedica un capitolo intero all’implementazione e all’audit ma questo tema viene discusso in modo molto generico e in particolare non vengono forniti indicatori atti a verificare la adesione operativa alle raccomandazioni da parte dei destinatari del documento. La linea guida ha affrontato con attenzione i problemi di safety e ha dedicato un intero capitolo alla valutazione del rapporto costo-efficacia della terapia a base di statine (annex 2). Il documento è stato prodotto da un Ente Governativo, però non viene fatto alcun cenno all’esistenza di eventuali fonti di finanziamento esterne. Il problema dell’esistenza di conflitti di interesse viene affrontato senza fornire alcun dettaglio (il lettore può a richiesta richiedere l’attestazione di esistenza o meno di conflitti di interesse da parte degli autori utilizzando il sito SIGN).
Apendice II
Bibliografia
[1] Grilli, R., N. Magrini, et al. (2000). “Practice guidelines developed by specialty societies: the need for a critical appraisal.” Lancet 355 (9198): 103-6.
[2] Battaggia, A. et al (gruppo EQM) Capitolo «Linee Guida per la prevenzione cardiovascolare» nel libro “Prevenzione Cardiovascolare in Medicina Generale”, Hippocrates – Milano - 2005 ISBN 88-89297-14-X.
[3] AGREE Appraisal of Guidelines for Research & Evaluation - AGREE instrument EU BIOMED 2 Programme –Sept. 2001 http://www.agreecollaboration.org/
[4] SIGN - Scottish Intercollegiate Guidelines Network – Scotland Risk estimation and the prevention of cardiovascular diseases -2007 update http://www.sign.ac.uk/guidelines/published/index.html.
[5] NZGG - New Zealand Guidelines Group - New Zeland The assessment and management of cardiovascularrisk -2003 http://www.nzgg.org.nz/index.cfm?fuseaction=fuseaction_10&fusesubaction=docs&documentID=22.
[6] VA/DOD Clinical practice guideline for the management of dyslipidemia -2006 http://www.oqp.med.va.gov/cpg/htn04/htn_base.htm.
[7] Palmieri L et al per il Gruppo di Ricerca del Progetto Cuore. La valutazione del rischio cardiovascolare globale assoluto: il punteggio individuale del Progetto Cuore. Ann Ist Sup Sanità 2004 40(4):393-399.